San martino al Cimino, il bellissimo borgo alle porte del capoluogo viterbese da sempre gode dell’attenzione di studiosi (storici, storici dell’arte e dell’architettura…) in virtù di quel concentrato di evidenze monumentali racchiuso all’interno delle sue mura-abitazioni (le famose e suggestive case a schiera, ritenute uno dei primi esempi di costruzione pianificata). Affascina e colpisce, San Martino, per il suo disegno urbano, ordinato e funzionale, per la presenza delle costruzioni imponenti e severe, che rispondono al nome del Palazzo Doria Pamphili, dell’abbazia cistercense, degli ambienti conventuali. Più che una guida, il volume costituisce una accurata e sintetica radiografia del borgo che, dalla fondazione dell’abbazia (la cui prima menzione si ha nel IX secolo), all’arrivo dei Cistercensi (intorno al 1150), alla costituzione del Principato voluto da Papa Innocenzo X (1645), alla ristrutturazione del palatium parvum per ospitarvi la regale dimora di Donna Olimpia Maidalchini (1645 e seguenti), è stato per molti secoli un laboratorio di applicazioni stilistiche in campo costruttivo e architettonico e campo d’azione di artigiani e maestri portatori di cultura europea.