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Recentemente riaperta al pubblico a conclusione dei lavori di restauro che sono duratii oltre un lustro, la Cappella Nova o di San Brizio, nel Duomo di Orvieto ha ripreso ad essere meta di pellegrinaggio di turisti provenienti da tutto il mondo, incantati, affascinati, stupiti e rapiti dalla bellezza di un ciclo pittorico considerato tra i capolavori delle arti figurative di tutti i tempi. Non c’è bisogno di sottolineare il perché: dal 1447 al primo decennio del Cinquecento, nella Cappella si susseguirono maestri del calibro del Beato Angelico, di Benozzo Gozzoli (allora semplice “aiuto”) e, quindi, di Luca Signorelli, incaricato di completare l’opera dei predecessori (che erano intervenuti sulle volte) e di affrescare le pareti sulla base di programma iconografico impostato sul Giudizio Universale, con annessi e connessi dettati dall’esegesi biblica (Fatti dellAnticristo, Finimondo, Resurrezione della carne, Inferno, Antinferno, Chiamata degli Eletti, Paradiso).
Gli autori del volume, Giusi Testa, Raffaele Davanzo (Sopr.za per i Beni A.A.A.S. dell’Umbria) e Luciano Marchetti (Sopr.za di Firenze) hanno diretto i lavori di restauro della Cappella e per sette anni hanno vissuto a tu per tu con le opere di Beato Angelico e Luca Signorelli. Leggere i loro racconti significa non solo conoscere la genesi di un capolavoro, ma anche penetrare nella sostanza più intima di straordinarie visioni figurative.

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