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Viterbo e le sue Terme
una lunga storia tra miseria e nobiltà a cura di Manuela Claudiani
Formato cm. 24 x 22
pagg. 48
97 foto a colori e in b/n
copertina a colori
Viterbo 2004
ISBN 88-86210-79-5
Euro 8.80
Indice
Presentazione Augusto Goletti
Prefazione Rosa Carozza
Una lunga storia tra miseria e nobiltà Angelo Allegrini
Michel de Montaigne e l’itinerario termale Nadia Boccara
Vita quotidiana alle Terme Romane Claudia Marini
Terme e ambiente della provincia di Viterbo Roberto Conigliano
Introduzione alla mostra
Presentazione
L’iniziativa, “Il termalismo a Viterbo”, vuole essere un contributo alla diffusione capillare di un interesse sempre più consapevole per la storia e le radici culturali del nostro territorio e, nello stesso tempo, ha lo scopo di far conoscere il patrimonio documentario conservato presso l’Archivio di Stato di Viterbo.
Gli stimoli che provengono dalla lettura delle pagine di questa pubblicazione, che vuole essere la testimonianza scritta dell’evento, devono indurre il lettore e/o il visitatore della mostra a ripensare le vicende storiche del nostro Comune - quando Viterbo era importante politicamente, perché sede pontificia, e conosciuta a livello europeo, sia perché posizionata sulla via Francigena, sia per le qualità curative delle acque termali.
Pur non sottraendomi dall’indicare al lettore quale potrebbe essere lo sviluppo economico di Viterbo e della Tuscia con la realizzazione di un impianto termale di ampio respiro, mi sembra doveroso citare alcuni dei personaggi, leggendari e non, venuti a Viterbo proprio per le acque sorgive: Ercole ( la leggenda vuole che dal foro prodotto dalla sua lancia sia scaturita la prima sorgente), Dante Alighieri, Francesco Petrarca ( la sua permanenza a Viterbo è testimoniata da una lettera scritta a Giovanni Boccaccio), il grande Michelangelo Buonarroti, Michel de Montaigne, Fazio degli Uberti, Gregorio IX, Bonifacio IX, Niccolò V, Pio II ecc.
Come non ricordare, a questo punto, il canto XIV dell’Inferno:
“Quale del Bullicame esce ruscello
che parton poi tra lor le peccatrici
tal per la ressa giù sen giva quello.
Lo fondo suo ed ambo le pendici
Fatt’eran pietra, è margini di quello”.
Questo volo dell’intelletto dove la mente umana ha difficoltà a comprendere il messaggio nascosto, quasi esoterico ( tanto è vero che sono state scritte centinaia di pagine nel tentativo di spiegare chi erano le peccatrici citate da Dante), mi ha fatto nascere il desiderio di rivedere con occhio diverso i luoghi tipici del termalismo viterbese: le Terme romane delle Masse, degli Ebrei, delle Zitelle, del Bacucco, il Bagnaccio ecc.
La rivisitazione di questi luoghi mi ha appagato, facendomi per qualche istante, come in un gioco sospeso tra il reale e l’irreale, tornare indietro nel tempo, risentire il risuonare dei calzari romani sui bianchi sassi calcarei, rivedere - guardando i ruderi realizzati con il sistema opus reticulatum - le antiche terme romane con i vari tepidario, calidario e frigidario, comprendere la suggestione e l’impressione provata dal Sommo poeta nel vedere l’acqua bollente scaturire dalle viscere della terra mentre “tutto veniva nascosto dal vapore”, tanto da descrivere il Flegetonte o fiume infernale ispirandosi al Bullicame ecc.
Gli stimoli generati, quindi, dalla lettura del presente catalogo o dai percorsi della mostra storico - documentaria sul termalismo a Viterbo, non vogliono certamente rappresentare il punto di arrivo ma, al contrario, il punto di partenza per stimolare lo studio della nostra storia, per avvicinare i cittadini al bene culturale, per rispolverare e far riemergere dall’oblio la cultura delle terme e far ripensare al vecchio progetto che proponeva di trasformare Viterbo in una Città Termale a 360°, con la possibilità di curare il corpo, lo spirito e l’intelletto.
Augusto Goletti

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